U14, i Playoff dei figli dei Campi Flegrei

Venerdì 6 agosto

Ore 3.30 am circa: la sveglia suona in molte case dei Campi Flegrei: abbiamo da lasciare la scia delle nostre canoe a Catania, ma tocca prima di tutto arrivarci.

Ore 4.30/5.00 am: Appuntamento all’aeroporto di Capodichino per partire insieme per una nuova avventura sportiva. Le trasferte hanno sempre un po’ il sapore dell’avventura che si mischia a quello del sacrificio a tutto tondo di tanti ragazzi, dello staff e delle loro “famiglie”. Lo virgoletto perché questa volta siamo alla resa dei conti che ha vissuto l’Under 16 a Bacoli, e qui entrano in campo i ragazzi, il Mr, con i genitori, fratelli e sorelle degli atleti, le fidanzate, gli amici e lo staff tutto che per quanto dà a questi ragazzi, non può che essere considerato come parte della famiglia: i nostri ragazzi crescono sportivamente e non solo grazie anche a loro.
Ore 6.30: Il Mr Carannante con il semplice potere di uno sguardo calamita tutti e, dopo una rapida ma sostanziosa colazione, sul filo del rasoio, ma… si parte!!!!
Ore 7.30: gli atleti delle squadre Under 14 e Serie A del Canoa Club Napoli e le loro “famiglie” atterrano a Catania. La città ci accoglie con un caldo africano, anche se una leggera brezza ogni tanto ci faceva rifiatare, ma anche con la sua incredibile bellezza. Dopo il salotto piemontese di Torino dove abbiamo conquistato il diritto ai Playoff di categoria, quello siciliano di Catania ci ricorda che l’Italia è proprio il bel paese, da Nord a Sud, attraversando i mari e giungendo alle sue isole. Una splendida giornata passata per le strade della città, l’albergo, il riposo, il bagno, la convivialità, ma soprattutto la concentrazione, le aspirazioni e le speranze da portare in acqua il giorno dopo.

Sabato 7 agosto
Se il buongiorno si vede dal mattino, la prima partita ci aveva preannunciato già un po’ come sarebbe finita l’avventura dei nostri ragazzi più piccoli: la squadra incassa una sconfitta per 6 reti a 5 con l’ultimo goal subito a 17 secondi dalla fine dal GS Canoa Catania. Una partita combattuta in cui la formazione di Mr. Carannante ha iniziato molto bene, ma poi gli avversari hanno raddrizzato a loro favore.
Con il secondo match, la squadra ha risollevato le proprie sorti e il morale, stravincendo per 7 reti a 3 con le ragazze dell’SC Ognina A. Una partita cominciata in sordina, in cui le ragazze erano state sottovalutate forse, e trasformata in un momento di grande esultanza dai giovanissimi del CCNA.

Il Chiavari CP Academy, poi, ha iniziato a farci davvero sognare, a pensare veramente che il podio era alla nostra portata, “perché il Canoa Club Napoli c’è anche nell’Under 14”! Le 6 reti a 3 hanno caricato i ragazzi che hanno concluso la loro giornata in campo consapevoli di potersela giocare fino in fondo.

Domenica 8 agosto
Sogni di gloria spezzati da due risultati negativi che hanno portato una poco consolatoria medaglia di legno. Qualche rimpianto i nostri ragazzi lo hanno di certo, perché avrebbero potuto fare decisamente di più, e ne sono ben consapevoli. E mentre la nostra squadra in Serie A guadagnava un più che meritato 3° posto, dalle partite con l’Ognina B e il Chiavari i nostri ragazzi hanno appreso una lezione fondamentale, forse la prima veramente importante come squadra: saper perdere. Il prossimo anno porteremo tutto il nostro valore in campo di nuovo e, questa volta più consapevolmente, torneremo a lottare fino all’ultimo.

E se ci preme conferire ai nostri ragazzi onore e merito per i sacrifici fatti nell’anno, per aver lottato e averci creduto, ci preme raccontare anche che in questi giorni sono state sempre presenti le famiglie, tifanti e a sostengo delle squadre. Uno scambio di speranze proporzionalmente reciproche tra i ragazzi della serie A e i cuccioli del Club. E a casa, l’Under 16 e una schiera di genitori appassionati di fatto e dello sport hanno esultato sostenuto e gioito, manco stessero a Catania.

E dopo questo resoconto, vi starete probabilmente chiedendo: perché “I figli dei Campi Flegrei”?
Forse non tutti sanno che la caldera vulcanica da dove veniamo è il prodotto dell’esplosione di quello che si definisce in gergo un super vulcano. Un luogo che la baronessa francese Madame de Staël – e scusateci se è poco – definiva la contrada dell’universo dove i vulcani, la storia e la poesia hanno lasciato più tracce.
A Napoli, dunque, i vulcani sono molteplici, se poi consideriamo che oltre ai Campi Flegrei e al magnifico esempio di natura ben noto in tutto il mondo, il Vesuvio, abbiamo anche il Monte Epomeo di Ischia, ancora attivo, e l’ormai estinto vulcano di Procida, – e di nuovo scusateci se è poco, Capitale Italiana della cultura 2022 – la situazione fa quasi paura.

Chiamateci anche pazzi ma noi i vulcani li ringraziamo, perché se la nostra terra è come l’avete vista a luglio quando si è giocato nello splendido scenario del lago di Miseno, se siamo stati capaci di scrivere pagine di storia nei secoli, imparando anche ad osservare la natura della nostra terra (anche se non sempre è stata rispettata, a dire il vero) e se siamo in buona parte ancora oggi così vulcanici, lo dobbiamo a loro. Noi i vulcani e i loro popoli li amiamo.

Federica Castaldi

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