Centimetri, millimetri, secondi e decimi di secondo.

Semifinale, finale, podio, medaglia!
Non stiamo parlando solo del Campionato Italiano Ragazzi, giocato a Roma lo scorso 10/11 ottobre.
Di questo ci occuperemo nelle prossime righe.
Quello appena descritto è il cammino standard, qualunque sia la sigla con cui vengono “etichettati” di torneo in torneo, Schiano Di Cola Alessandro, Guardascione Giuseppe, Ruggiero Giuseppe, D’alessio Silvestro Giuseppe, Illiano Davide, Parascandola Domenico e la nuova leva Carannante Gennaro.
All’inizio di questa entusiasmante avventura, nel 2017 come U14. Poi come U16 e U18 dal 2019…
Ogni volta con l’ansia che stessero per fare il passo più lungo delle possibilità (si dirà la pagaiata più lunga…che dite?), e ogni volta a sorprenderci. Inanellando costantemente la sequenza, semifinale, finale, podio, medaglia!
In un momento tanto complicato, per loro che sono ragazzi e che dovrebbero vivere di sola spensieratezza, di entusiasmo e di slanci, in soli otto giorni, tra Salerno e Roma, giocano due competizioni nazionali e ottengono due podi e due medaglie, con la stessa identica traccia, seguendo la medesima traiettoria. Imbrigliati nel solito destino…
Al netto di un sorteggio equamente generoso e di una squadra assente in entrambi i gironi, con relativa vittoria a tavolino, CCNA U16 gioca 4 partite, compresa la finale.
Analogo discorso per l’altra finalista, il Catania.
Su 9 prime palle complessive (inclusa quella nell’extra time in finale), CCNA ne conquista 8.
Prima di incontrare i siciliani, mettiamo a segno 25 gol, ne subiamo appena 3.
11-2 col Portofino
7-1 col Katana
7-0 in semifinale coi sardi dell’Ichnusa
Siamo autoritari, potenti, decisi, sciolti.
La squadra è la stessa di Salerno tranne Davide Di Meo che ha già superato il limite di età. L’amalgama cresce e con l’amalgama la sicurezza. Sono un bel vedere… Il torneo si disputa nell’acqua della piscina dell’Eur. Ad ogni ripartenza in attacco, le canoe di CCNA fanno onda! Ma non c’è bisogno di strafare.
L’autunno capitolino concede una tregua e scendiamo in acqua per il titolo.
Aspettate che mi tolgo gli abiti del tifoso e indosso quelli da cronista…
Siamo stati sempre in vantaggio per tutto il torneo. Contro chiunque, Catania inclusa!
In finale per ben due volte siamo stati sopra con un doppio vantaggio. 2-0 nel primo tempo e 3-1 nel secondo. C’è una differenza enorme tra questa finale e quella di otto giorni prima, anche se le squadre sono le stesse. Non subiamo psicologicamente la storica rivale e anche le scorie di pochi giorni prima non ci perseguitano. È evidente che gli avversari non ci sono da meno. Sono fortissimi e non lo scopriamo ora. Finalmente però ce la giochiamo alla pari. E se dico alla pari, credo di concedere qualcosa al Catania. Ci devono rincorrere, siamo sempre avanti. I minuti passano e la partita si trasforma in una lunga estenuante guerra di nervi. Il Catania prova la spallata ma noi teniamo botta. Mancano pochi secondi (letteralmente!) alla fine della prima frazione, siamo avanti di due come già detto. Abbiamo la palla ma facciamo un po’ di confusione e la regaliamo. Battono un angolo, marchiamo e pressiamo, manca un secondo (esatto, un secondo! Uno!). Un respiro, meno pure. Gli etnei provano il tiro della disperazione (non mi convincerà mai nessuno che fosse altro che non un tiro della disperazione). Il tempo, basta vedere il tabellone nel video, segna un paio di decimi di secondo, nemmeno fosse la finale dei 100 metri o una pole position in formula 1. Mentre la palla è appena in aria, suona la sirena. Il tiro è valido. Il tabellone segna zero, il primo tempo è finito! La palombella sfiora di un millimetro le nostre pagaie e si insacca.
Potremmo crollare, e invece testa bassa e pagaiamo! Inizia la ripresa e ci riportiamo sopra di due gol, 3-1. Una partita così tesa ed avvincente la possono decidere solo i dettagli, i particolari, gli episodi. Ed ecco che questi cominciano ancora una volta a pendere da una sola parte. Gol del Catania, ok ci sta. Battaglia di 5 minuti in cui resistiamo alla grande. Ci proviamo ad allungare ma con poca precisione, i centimetri non ci sono favorevoli. Poi giallo powerplay contro di noi e superiorità numerica dei rossoblù, e ti pareva! Altro gol del Catania ovviamente, che ne parliamo a fare. Siamo in parità. Finiscono i tempi regolamentari del torneo e il massimo che abbiamo concesso è un pari. In tutto, intendo. Allo scadere il Catania riprova il jolly, altra palombella. Ma i pali negano l’onta. Tocca chiuderla col golden gol. A me sugli spalti è come se una mano mi stringesse con forza lo stomaco. Immagino ai ragazzi in acqua… Siamo tesi almeno quanto lo sono loro. La posta in gioco è alta. Riconquistiamo palla sotto porta e ripartiamo in contropiede. Campo aperto. Ma pagaiamo incredibilmente più veloci della palla, che resta sprofondata a centrocampo. Sarebbe bastato rallentare dello stesso decimo di secondo di cui ha beneficiato il Catania a fine primo tempo… Niente, anche questo episodio finisce sul piatto della bilancia siciliana. Il Catania ci coglie sbilanciati. Cerchiamo di ricompattarci ma Tommaso Lampò prova la terza palombella di giornata. Che fantasia e che originalità. Anche che bravura, onestamente. Parabola spietata, precisa anche questa al millimetro. E per la prima ed unica volta nel torneo siamo in svantaggio. Ma il Campionato Italiano U16 purtroppo finisce qui. Senza concederci l’onore e la possibilità della replica. Terribilmente ingiusto! Hanno ragione ad esultare i ragazzi del GS Canoa, per il rotto della cuffia l’hanno spuntata contro i nostri giganti!
Mi rendo conto di allargarmi, ma non c’erano solo quelli dell’U16 A a Roma.
Ha esordito nella categoria la squadra con la quale nelle stagioni a venire dovremo riscattarci nella categoria. Al di là del risultato e delle partite vinte e perse, i ragazzi dell’U16 B del CCNA hanno battagliato senza esclusione di colpi. Anche contro il Catania. De Marco Davide, Di Meo Salvatore, Guardascione Francesco, Schiano Di Cola Giuseppe, Buono Ivan, Scamardella Simone, Illiano Fabrizia, Illiano Alessio, sono stati protagonisti di match ai limiti dell’impresa. Due partite tra tutte avrebbero potuto essere lo spartiacque tra la partecipazione per fare esperienza e un miracolo sportivo. Contro Ichnusa e Nazario Sauro, il risultato è sfumato per un solo misero gol al passivo.

Vedere così tanti ragazzi del CCNA essere amici, tifare gli uni per gli altri, a prescindere dalla categoria di appartenenza e dalla posta in gioco, è impagabile. Più dell’inno nazionale eseguito per le finali.
In queste ore, in questi giorni, l’entusiasmo, la gioia e i progetti per il futuro vengono travolti dalla cronaca e da quel mostro invisibile che continua a tormentare i nostri sogni.
Quelli però dobbiamo continuare a coltivarli. A tenerli al sicuro. Come abbiamo il dovere di fare con noi stessi. Voi ragazzi siete la nostra energia e la nostra ancora di salvezza. Gli abbracci, quelli veri li rimandiamo. Abbiate l’unica cosa che effettivamente non sembrate possedere, pazienza. Passata la tempesta, come già successo, riprenderemo a festeggiare assieme, perché voi riprenderete a fare l’unica cosa che sapete fare, giocare per semifinale, finale, podio e medaglia!
Come sempre.

 

Addetto Stampa
Gino Illiano

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