Giù la maschera!

No, non abbiamo vinto.
A Salerno, nel Campionato Nazionale Junior, i ragazzi di CCNA “U18” sono arrivati secondi.
Siamo saliti sul podio con coppa e medaglia. Nella foto ufficiale siamo ritratti “mascherati” come regole e prudenza impongono. Invece i nostri meritano questo scatto, immortalati in un momento di esultanza e grande euforia. Era la serata del sabato, avevamo appena rifilato 32 gol (trentadue!) al Rovigo e conquistato il primo posto nel girone e la semifinale.
E sono bellissimi!
Ma procediamo per gradi.
Il primo pensiero va proprio ai giovani canoisti esordienti del Rovigo.
Abbiamo dovuto, amici.
I sardi dell’Ichnusa ci hanno costretti ad essere “insensibili” e quasi feroci.
Vorrei dire ai ragazzi veneti che la canoa polo è uno sport speciale. Non deve essere un esordio “complicato” a ridurre la passione verso questa disciplina. È stato così anche per noi. E penso un po’ per tutti. Vorrei che insistessero, ci mettessero impegno, si dessero tempo e versassero sudore. Sarebbe bello che la sorte ci rimettesse in acqua, gli uni di fronte agli altri al prossimo giro. Non la spunterebbero, ne sono certo. Ma comincerebbero a comprendere le ragioni di quanto loro è accaduto e anche il perché i loro pari età della Sarparella, sono canoisti di una qualità sopra la norma.  Ci vogliono impegno, tempo, sudore e passione, per essere così. Niente di più. Per cui cari ragazzi di Rovigo, se la passione c’è, non fatevela passare per un weekend di malasorte e conditela con gli altri ingredienti della ricetta. Non ci sono altri segreti. CCNA non ne ha altri.
E questo ci porta al punto due.
Il Circolo Nautico dell’Irno.
110 anni di storia e bellezza. Velatamente trascurata e un po’ decadente. Una opulenza che ha e che soprattutto ha avuto, pochi eguali in giro. Un’altra “Taranto” è possibile ed esiste. Che a noi di CCNA la metà di quanto visto, basterebbe e avanzerebbe alla grande!
Ma se poi fosse proprio quello il nostro segreto? L’esigenza di essere e sentirsi i migliori. Ma non per i marmi nei bagni, che solo uno è quanto tutto il nostro club, deposito incluso. Per i risultati, per l’appetito di trionfi e di medaglie, per la fame di podio. Non deriva tutto ciò, il nostro tratto distintivo, il nostro dna, proprio dall’impossibilità di fregiarsi di nient’altro se non del proprio impegno e dei propri successi?
Da questo in CCNA, riconosciamolo, non si scappa.
È il meglio ed è anche tutto quello che abbiamo.
Prima o poi qualcuno dovrà pur rendersi conto che i nostri ragazzi, dal più piccolo al campione affermato, riescono a trasformare regolarmente l’acqua in vino!
Punto 3, la finale.
Organizzazione, disciplina, freddezza, quel pizzico di arroganza dei ragazzi e dei tecnici tollerata dagli arbitri e episodi che a memoria non girano mai contro. Ecco il Catania.
I nostri U18 CCNA lo hanno confessato appena terminata la finale, hanno giocato anche questa volta al di sotto delle loro possibilità e hanno ancora una volta da rimproverarsi la solita immotivata soggezione. La maggior parte delle spiegazioni stanno già in queste poche righe.
Il risultato della finale, 4-1 per i catanesi, è però troppo severo. In svantaggio di un solo gol a metà secondo tempo, eravamo in partita e potevamo recriminare per qualche scelta di gioco sbagliata e qualche errore eclatante sotto porta. Poi ad azione del Catania terminata, finita con un tiraccio a lato e con un nulla di fatto, gli arbitri scorgono una irregolarità. Non un rigore o un’espulsione. Un falletto. Di quelli veniali. Roba di interpretazione, niente di lampante come il sole. Morale, palla nuovamente consegnata ai siciliani che nel nostro colpevole disorientamento, la mettono dentro e chiudono di fatto i giochi.
Con una azione che non ci sarebbe dovuta essere, con un gol che non avremmo dovuto subire.
Un giorno, tanta grazia capiterà anche a noi.
Un giorno giocheremo la finale con lo stesso piglio autoritario e la stessa gestione della partita da grande squadra, di come abbiamo approcciato e condotto la semifinale.
Per questa volta consoliamoci con l’impresa record delle 32 segnature in un unico match e appunto, con l’esemplare vittoria contro la sempre bella squadra del Trieste (5-0) che ci ha aperto meritatamente le porte della finale.
Ricordiamoci per alleviare un po’ di amarezza, che l’anno scorso finimmo quarti, fuori dal podio, dietro Catania, Ichnusa e Trieste. Un evidente salto in avanti. Nel merito e nella classifica.
La foto del podio è quella che vedete in coda.
La ragione è ad inizio articolo. Ma secondo me c’è dell’altro…
Questi ragazzi sono realmente di fronte ad una scelta, ad un bivio. Continuare ad indossare una maschera, che solo occasionalmente è quella anticovid, e nascondersi ad oltranza oppure provare a togliersela definitivamente e mostrarsi per come in realtà sono. Possono continuare ad essere i timidi e ombrosi appena usciti sconfitti dalla finale, oppure i giganti visti col Trieste e i furiosi agonisti che hanno incenerito gli avversari pur di raggiungere l’obiettivo.
Allora ragazzi chi volete e chi vi sentite di essere?

Addetto stampa
Gino Illiano

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