U16… 6 ragazzi d’oro ed un argento splendente come il sole!

Comincio col fare i complimenti al Catania. Ai ragazzi, allo staff, agli allenatori, alla loro organizzazione. Non è mai un caso ritrovarli sul podio o spesso sul gradino più alto del podio. Sono una scuola e una fucina pazzesca di canoisti e atleti di caratura non solo nazionale. Una potenza invidiabile, a cominciare proprio dai settori giovanili… A volte quasi viene da confondere il Club con la Federazione…Tra noi di CCNA e loro è un continuo rincorrersi e sorpassarsi. Un testa a testa che è iniziato 3 anni fa con la prima squadra giovanile del Club della Sarparella e la prima partecipazione ad un campionato italiano di categoria. A Roma i siciliani hanno piazzato 4 squadre su 4 categorie a podio e ben 3 su 4 al primo posto. Chapeau, non c’è che dire, bravi.
Credo sia necessaria questa premessa e questo tributo. Anche perché, detto ciò, ancora sento ribollire sangue e rabbia per un epilogo che ha visto protagonisti i ragazzi del CCNA U16 e i corrispettivi siciliani. Un epilogo che di giusto ha niente o quasi niente!
Ma abbiamo da raccontare molto prima di arrivare al sipario che da poco è calato sui playoff capitolini di canoa polo.
E anche a costo di fare confusione, devo dirne prima ancora una…
Trovo inqualificabile che le finali dei tornei giovanili, dopo quanto vissuto a Milano, siano state proposte al pubblico senza l’inno nazionale e senza la presentazione in acqua delle squadre e dei ragazzi. U14 e U16, di CCNA e Catania, avrebbero meritato enfasi, risalto ed attenzione dopo mesi di allenamenti e sacrifici. Una “distrazione” deleteria. Un passo indietro e un male per il movimento intero. Certe emozioni sono impagabili, più ancora di una vittoria.
Possiamo proseguire…
Se ai catanesi ho fatto i meritati complimenti, per nostri questa volta mi mancano le parole…
Parto dai sorrisi delle foto sul podio. Un prezioso esempio di maturità e compostezza. Di autentica sportività e signorilità. Dei ragazzi e del Coach, e includo da subito dell’intera famiglia del CCNA.
Tra sabato e domenica affrontiamo in sequenza Trieste, Ancona, Lerici, Catania e Posillipo. In quest’ordine. L’obiettivo è la semifinale. Sappiamo poco dei nostri avversari. Alcuni li abbiamo incrociati nello stage della nazionale un paio di settimane fa, quando tutti i nostri U16 hanno risposto alla loro prima prestigiosa convocazione. Molti sono più avanti. Come età, come prestanza fisica e come esperienza. Normale, nulla da dire. Un ragazzo del Catania gioca già in A, un fuoriclasse predestinato. Questo solo per definire lo scenario…
Domenica rifiliamo 4 gol al Trieste, 5 all’Ancona e 6 al Lerici a fronte di sole 4 reti subite.
A conti fatti, mancano ancora 2 sfide ma siamo già in semifinale.
Col Catania giochiamo una partita ordinata e attendista. La curiosità e anche il timore di vedersela col “mito” un po’ ci frena. Ma una pagaiata dietro l’altra, la realtà riporta tutto in ordine, ed anche la “leggenda” sembra più umana di quanto ci immaginassimo. Pari il primo tempo e 2-3 come punteggio finale. Una sconfitta seccante ma indolore. È evidente che Catania è più “tarlo” per noi di quanto non lo sia CCNA per loro.
Fine del sabato, e benvenuta la domenica e il match col Posillipo!
La Senior A ha tracciato un sentiero nel suo quarto di finale e per l’U16 fa obbligo seguire la strada indicata. Per l’andamento del torneo e per i risultati del giorno prima, comunque andranno le cose in questa sfida conclusiva del girone, rincontreremo gli amici rossoverdi in semifinale. Ma la rivalità non conosce calcoli… Impegno ed attenzione costringono i rivali posillipini alla loro seconda sconfitta in campionato. Grazie ad un sontuoso secondo tempo, CCNA non concede alcuna possibilità e affonda l’avversario con un parziale di 3 reti a 0. 5-2 il risultato finale, per la rivincita ci si vede in semifinale!
Qualche ora di pausa e nuovamente tutti in acqua. Semifinale! La musica non è che cambi tanto. Certo che il dente del Posillipo è avvelenato, ma noi cresciamo partita dopo partita. E per essere una giovanile, una U15 “upgradata” ad U16, siamo un bel vedere, e sono serissimo! L’idea che mal che vada ci giochiamo comunque un posto sul podio non ci sfiora neanche. Abbiamo il Posillipo di fronte, ma con la coda dell’occhio, vediamo la finale. Loro la mettono un po’ come quando si gioca a bigliardino… ci giocate mai? Magari se la butti in “caciara” qualcosa succede… più o meno questa è sembrata la tattica base dei rivali. Che pure hanno all’angolo un fior di tecnico che ancora profuma di “ex” e pure “un federale”, l’allenatore della nazionale U18 cioè. Una espulsione per parte, un po’ suggerita e chiamata, come risultato dello “sbattimento” ma completamente ininfluente e neutra sul risultato. Siamo sopra di 2, gli amici accorciano pure ma alla fine della giostra, non resta loro che ascoltare sconcertati e impotenti il countdown scandito dal pubblico che ci consegna meritatamente alla finale!
Ma quanto siamo più belli e simpatici, noi famiglia CCNA di questi qua, pochini, scorbutici e con la puzza al naso?
4 incroci con CCNA e 4 capocciate. Ora se vi passa il sorriso per questo, lo capisco pure… ma il grugno dell’intero weekend chi ve lo ha prescritto, il medico? I ragazzi in acqua sono dei tesori, amiconi e pacche sulle spalle… mi va pure di pensare che abbiano tifato per noi contro i siciliani… ma chissà, forse si, forse no…
E veniamo alla finale.
Già detto.
Nisba inno, zero presentazione.
Comunque nessuno dei ragazzi in campo ormai è più un perfetto sconosciuto. Del CCNA e del Catania, chiaramente. Nell’“ambient” si sono tutti già fatti un nome ed una reputazione. L’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Quale è e sarebbe dovuta restare.
Una festa ed un momento riservato agli U16 impegnati nella partita.
Il pubblico assiepato è numeroso. Ci sono le tifoserie ma anche molti addetti ai lavori interessati al livello tecnico elevato raggiunto dai ragazzi della finale. Occhi puntati addosso, tensione crescente e diretta streaming. È importante questa cosa della diretta. Teniamola a mente.
Ve lo dico in anticipo. La partita, la finale, il campionato, la trasferta di Roma, per me si chiude al minuto 3 e secondi 59 dalla fine del primo tempo. Sul punteggio di 2-2, dopo che CCNA è passata in vantaggio per prima e che poi ha agguantato veemente il pari in rimonta sui catanesi. Una partita bellissima e spettacolare, degna finale tra due squadre ricche di talento e di qualità. Tra due club valorosi, prestigiosi, pieni di immaginazione e di persone di spessore e che spesso fanno da traino ad un movimento che altrimenti soffocherebbe nell’indifferenza.
Fine.
Quello che segue il minuto 3’59” dalla fine perde ogni contatto dalla logica, dalla ragione e dallo sport. E dalle regole…
Non dovete credere a me.
Io sono tifoso e sono ultras di questi ragazzi.
Questi 6 per me “so’ piezz’ ‘e core”.
Non sono attendibile.
Anche se penso rigorosamente quanto detto dall’inizio.
Ma non è a me che dovete credere.
Ai vostri occhi si però.
Per cui vi invito a vedere o a rivedere… questo video:
https://www.facebook.com/federcanoa/videos/241281173421742/

E l’intervallo di un solo minuto, dal 1.36 al 1.37.
Scorrete veloci e guardate solo questo minuscolo lasso di tempo.
(Il video è della “Federazione Italiana Canoa e Kayak” e riguarda tutte le finali, Senior, Femminile, U14 e U16… tirate dritti fino a ora 1 e minuto 36 e proseguite fino a ora 1 e minuto 37… poi basta…)
Non lo vedrete nelle immagini, ma il danno scellerato è stato tanto grave per noi quanto per gli splendidi avversari del Catania.
Ora entriamo nel territorio minato dei “se” e dei “ma”…
Ma lo avrebbero vinto lo stesso il titolo e meritatamente.
È vero, sono molto forti e noi li soffriamo…
O magari no.
Magari avremmo vinto noi, poiché in parità numerica gli etnei non ci hanno più segnato per l’intero secondo tempo mentre noi abbiamo rimontato…
Ma loro erano in vantaggio, coi 3 gol segnati in superiorità, senza necessità di premere ulteriormente sull’acceleratore…
Forse…
O forse l’essere squadra di CCNA U16 in uno sport che è di squadra, ha più senso che avere tra le fila il poderoso e devastante Tommaso Lampo’ a togliere sempre e comunque a tutti “le castagne dal fuoco”.
Chissà, non lo sappiamo.
E non è stata certamente questa finale incompiuta a mettere una parola decisiva in merito.
È la prima volta che nominiamo un canoista. Mi sembrava giusto cominciare col più atteso, a cui io e credo tutti tributiamo un generoso e sincero applauso.
Come del resto meritano D’alessio Silvestro Giuseppe, Guardascione Giuseppe, Illiano Davide, Parascandola Domenico, Ruggiero Giuseppe, Schiano Di Cola Alessandro, Iuvara Pietro, Bella Mirko, Mazzarino Federica Maria Pia, Scuderi Edoardo e Puglisi Andrea Alberto.
Tutti questi fantastici ragazzi avrebbero meritato solo una cosa in più, di essere lasciati unici protagonisti della loro finale.
Era il loro momento e se lo stavano godendo e gustando con l’energia e l’impeto che deve avere un ragazzo di quell’età! E noi con loro. Napoletani e siciliani. Tutti assieme. Dopo mesi di sacrifici e di estenuanti e faticosi allenamenti. Stavano dando in acqua tutto se stessi, il meglio che potevano. Uno spettacolo! Un vero spettacolo. Per 6 meravigliosi minuti.
Poi la primadonna di turno ha deciso che non doveva essere così.
Facendosi scudo con “le regole e il regolamento”.
Video, a ora 1 e minuto 36 e proseguite fino a ora 1 e minuto 37…
Decidete voi.
Sul podio io ho visto solo vincitori.
Ed uno sconfitto. Ma quello non era sul podio.

Addetto Stampa
Gino Illiano

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